Succhiamento e Malocclusione in eta’ pediatrica

In Odontoiatria Infantile il concetto di profilassi oggi non è finalizzato a limitare l’insorgenza della carie ma ad intercettare e quindi guidare una adeguata crescita fisiologica delle strutture facciali. Vi rientrano la scelta dell’allattamento al seno, l’utilizzo corretto del succhiotto, le visite odontoiatriche precoci e l’eliminazioni dei vizi orali, comunemente definiti abitudini viziate.

Con “abitudini viziate” si intendono alterazioni comportamentali al livello de cavo orale che potrebbero determinare una modificazione del cavo orale modificazione sia funzionale che morfologica:succhiarsi le dita, le labbra, le guance, capelli e altri oggetti.

La suzione è un attitudine innata primaria, acquisita in epoca prenatale (17°-32° settimana di vita uterina) grazie ad un allenamento intrauterino effettuato con il succhiamento del pollice; in questo modo il bambino è in grado, sin dalla nascita, di succhiare il latte materno o del biberon. Con la bocca e le dita il neonato percorre la prima tappa del percorso verso l’apprendimento. Gli effetti della suzione del pollice a livello orale dipendono da intensità, durata, influenze ambientali, malocclusioni primarie ed eventuale sviluppo di disfunzioni secondarie. Sono da ritenersi a rischio di sviluppare una malocclusione dentaria il 14% dei bambini che hanno superato i quattro anni e nei quali persiste l’abitudine al succhiamento; con l’aumentare dell’età il rischio aumenta progressivamente.

Conseguenze Ortodontiche

L’interposizione digitale tra le arcate determina morso aperto dentoalveolare, mantenuto ed aggravato dalla contemporanea deglutizione secondaria di tipo infantile.Il difetto è principalmente legato ad una ridotta crescita alveolare nel distretto incisivo. Il dito preme sulla volta palatina e può svolgere un’ azione di leva e vestibolarizzazione degli incisivi superiori. Il peso della mano determina un’azione negativa sullo sviluppo della mandibola, che potrebbe risultare iposviluppata o retrusa aumentando Overjet. La compressione della muscolatura periorale nei settori laterali non è bilanciata da un’ adeguata pressione linguale, determinando una riduzione dei diametri trasversi del palato (palato ogivale, stretto) determinando cross bite spesso associato a deviazioni funzionale della mandibola con possibili conseguenze anche di disfuzioni-temporo-mandibolari.

Conseguenze Funzionali

Il bambino succhiando il pollice obbliga la lingua ad una posizione più bassa ed una deglutizione atipica. La suzione digitale può diventare un punto di partenza di un processo patologico che tende ad autoalimentarsi. La retroposizione mandibolare e la conseguente postura posteriore della lingua, possono comportare un’ostruzione faringea e determinare una respirazione di tipo prevalentemente orale. Può determinare nel contempo la diminuizione del diametro trasverso del mascellare superiore con la riduzione del pavimento delle fosse nasali. Il morso aperto dentoalveolare impedisce una funzione fisiologica di canini ed incisivi per addentare e lacerare il cibo; i tempi di masticazione si riducono con riflessi negativi sulla digestione

 

Quando intervenire?

Si interviene se il succhiamento del pollice si protrae oltre i 5 anni ed è associato a malocclusione soprattutto nei bambini con II Classe scheletrica e morso aperto. La terapia deve essere su base individuale, tener conto dell’età del paziente e dei fattori eziologici.

L’influenza del ciuccio

Risultati di una indagine condotta dalla Società di Ortodonzia hanno riportato frequenza di utilizzo del succhietto del 77%. Nello studio è risultata significativa la correlazione tra di utilizzo e morso aperto dento alveolare e modificaziani sul piano occlusale.

– Trasversale, ovvero diminuzione sullo sviluppo dell’ampiezza del palato, poiché il succhiotto si interpone tra la lingua e l’arcata superiore, impedendo alla lingua di poggiare sul palato.
La lingua, fra le sue funzioni, ha quella di consentire l’allargamento dell’arcata dentale superiore e di adattarla a quella inferiore.
L’interposizione del succhiotto, o di qualunque oggetto che viene succhiato, tra la lingua e il palato ostacola il naturale sviluppo e ingenera una contrazione del palato, cioè’ l’osso superiore può diventare più stretto di quello inferiore.
–  Sagittale ( di profilo), la presenza persistente del ciuccio determina un allungamento dell’arcata superiore. I denti davanti superiori risultano sporgenti rispetto agli inferiori.
–  Verticale, con l’interposizione del ciuccio, il bambino sviluppa il cosiddetto “morso aperto”: osservando la bocca del bambino quando è chiusa e i denti posteriori sono a contatto, davanti si nota che i denti rimangono distanziati tra loro, e lasciano una sorta di apertura in cui il bambino facilmente interpone la lingua.
I difetti dovuti all’utilizzo del ciuccio continuano a persistere una volta tolto?

I difetti conseguenti all’utilizzo del ciuccio dipendono da quanto viene utilizzato quotidianamente e da quando si smette di usarlo.
Nei bambini che lo utilizzano abbastanza, già all’età di 1 anno o poco più i genitori possono notare le eventuali manifestazioni osservando personalmente le arcate del bambino. Guardandolo di profilo si può rilevare la sporgenza in avanti dei dentini superiori rispetto agli inferiori ed una forma piuttosto appuntita del palato, mentre guardandolo da davanti si può evidenziare l’aumento della distanza verticale tra l’arcata superiore ed inferiore. (il morso aperto)
Se il ciuccio viene tolto quando il bambino ha un’età di 12-18 mesi è molto probabile che il morso si normalizzi da solo con la crescita. Ma nei bambini che usano ancora il ciuccio intorno ai 3 anni il problema può risultare più complesso da risolvere e richiedere terapie specialistiche e correttivi adeguati.

Il problema che ne può derivare è di tipo estetico?
Oltre al problema estetico, cioè denti sporgenti e un palato stretto ed appuntito, si genera un importante problema di tipo funzionale legato all’accrescimento scheletrico ed alla deglutizione.
Un palato stretto non consente il corretto accrescimento sagittale (in avanti) della mandibola e di conseguenza essa di profilo apparirà arretrata rispetto all’osso mascellare (che contiene i denti superiori).
In secondo luogo a causa della presenza fisica del ciuccio tra la lingua ed il palato e della contrazione ormai degenerata in quest’ultimo, la lingua non trova il suo alloggiamento fisiologico.
In una bocca sviluppata in modo fisiologico, una volta che spuntano i denti, durante la deglutizione questi rappresentano una barriera che impedisce al cibo di uscire, contemporaneamente la lingua spinge il bolo alimentare (il cibo masticato) nella gola, premendo sulla parte anteriore del palato. Inoltre in condizione di riposo a bocca chiusa normalmente il dorso della lingua poggia sulla volta del palato.
Nei bambini che utilizzano troppo a lungo il ciuccio la lingua segue uno schema diverso: assume una postura bassa, ossia rimane poggiata nella parte inferiore della bocca (il pavimento orale), e durante l’atto della deglutizione si interpone tra le arcate dentarie esercitando di frequente una spinta contro gli incisivi. In pratica avviene la persistenza del modello deglutitorio presente del neonato quando si introducono i primi cibi solidi, (deglutizione infantile), che abitualmente si modifica in seguito all’eruzione dentale.
I bambini che usano il ciuccio inoltre spesso manifestano un’incompetenza labiale, ossia hanno la tendenza a tenere in posizione di riposo la bocca socchiusa, con la lingua visibilmente sporgente.

Come si corregge il problema?
Su bimbi che smettono di usare il ciuccio verso l’anno e mezzo o prima in genere avviene il ripristino del fisiologico equilibrio tra ossa mascellari e muscolatura (lingua e labbra) e spesso si può osservare una risoluzione spontanea del problema: eliminato il ciuccio viene meno l’azione schermante di esso sulle labbra ed esse esercitando la loro fisiologica pressione consentono il naturale arretramento della dentatura.
Nei bambini più grandi, in cui le ossa sono più solide e le deformazioni sono più importanti, spesso si creano modificazioni tali da richiedere l’intervento di uno specialista in Ortodonzia e di un Logopedista.

Bibliografia

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